Saturday, September 16, 2017

Pieta' l'e' morta - articolo originale

“Pietà l'è morta”

Questo è il titolo di un celebre canto della Resistenza italiana; il testo, scritto da un alpino nel 1944, rievoca la durezza della guerra, quando ogni sentimento di umana compassione, di rispetto per l'altro, di pietà appunto, cede il passo alla violenza ed all'aggressività, alla prevaricazione.
Ho ripensato a questo testo ed al suo significato in questi giorni, leggendo dei fatti accaduti a Rimini, a Firenze e a Roma. Mi riferisco ai vari episodi di stupri che si sono succeduti e sono stati  abbondantemente raccontati dal mondo dell'informazione.
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Il filo conduttore sembra essere sempre lo stesso: donne che subiscono violenza, da parte di uomini che non sanno fare altro che usare violenza per ottenere ciò che vogliono in quel momento.
A Rimini, tre minori stranieri meglio definibili come minorati, agli ordini di un maggiorenne congolese richiedente asilo, altrettanto depravato e portatore sano di nanismo cerebrale, abusano ed infieriscono con ferocia su di una coppia di fidanzati polacchi e poi su di una trans sudamericana.

Image result for violenza a riminiE mentre si scatenano le polemiche, populiste finché si vuole ma non del tutto prive di fondamento, soprattutto in merito alla gestione ridicola adottata da questo Paese in merito a temi come l'immigrazione e l'effettiva integrazione degli immigrati, ecco che un altro immigrato, pakistano, mediatore culturale e studente di giurisprudenza (nientemeno), posta su FB un commento inneggiante allo stupro quale pratica fastidiosa sì, ma solo all'inizio, perché poi “la donna si calma”.

Come se lo stupro subito non fosse già abbastanza, ecco anche l'insulto finale, il parere dell'esperto, il commento dell'ennesimo esponente del movimento “braccia rubate all'agricoltura”. Lo scritto di uno che dovrebbe possedere un bagaglio di conoscenza tale da essere in grado di mediare tra due culture e che non sa azzeccare un congiuntivo nemmeno a pagarlo.

Uno che, ospite di questo Paese da anni, frequenta la Facoltà di Giurisprudenza a Bologna ma evidentemente non ha imparato nulla, o forse durante le lezioni di diritto e procedura penale non era presente. E di certo non stava seguendo quelle di italiano.
Nel frattempo, emergono i dettagli cruenti dell'aggressione, atti degni di una nuova Arancia Meccanica, e mentre quotidiani e commentatori vari indugiano sui particolari, mi rendo sempre più conto che alle povere vittime di questo orribile episodio non è stato risparmiato proprio nulla, senza pietà appunto.

Image result for violenza a riminiBene ha fatto la Polonia a richiedere l'estradizione dei 4 manigoldi, non fosse altro per la dimostrazione di tutela nei confronti dei suoi cittadini; ancora meglio ha fatto la signora di Reggio Emilia che, vittima di stupro a sua volta in passato, si è sentita talmente tanto indignata, che non ha esitato a presentare una denuncia nei confronti del presunto mediatore sotto acculturato per istigazione e apologia. Con buona pace di chi si inalbera e redige nuovi testi di legge per punire l'apologia di fascismo, (commessa da chi inneggia a simboli e usi tipici del ventennio), ma poi si dimentica che esistono anche altre apologie di reato, proprio come quella commessa dal nostro sgrammaticato inutilmente universitario e per nulla mediatore.

Image result for violenza a firenzeVenendo ai fatti di Firenze, che vedono coinvolti due Carabinieri, lo sconcerto la fa da padrone, perché mai avrei immaginato di vedere due uomini della Benemerita coinvolti in una violenza sessuale. Purtroppo gli indizi raccolti parlano chiaro, le due vittime, due studentesse americane, sono giudicate credibili, ed  i due uomini, per ora sospesi dal servizio, si accusano a vicenda in quello che appare come uno scenario squallido, dove il fatto di essere pubblici ufficiali e rappresentanti di una istituzione, viene vissuto come funzionale ad ottenere il soddisfacimento dei propri istinti, e non mirato a garantire  la sicurezza di chi è in difficoltà e chiede aiuto.
Una parte della difesa dei due si basa sul fatto che le ragazze fossero consenzienti, come la turista finlandese stuprata a Roma da un immigrato bengalese, un lavapiatti che si era offerto di riaccompagnarla a casa dopo una serata passata in un locale. Di fatto era solo una trappola, l'ha trascinata in una zona buia, l'ha picchiata e violentata; l'ha minacciata con una pietra, dicendole che l'avrebbe uccisa. Ed ha poi raccontato, candidamente, di non aver commesso alcuno stupro, di avere avuto sì un rapporto sessuale ma la ragazza era consenziente. Ovvero, sotto la minaccia di una pietra, picchiata e spaventata a morte ma sicuramente consenziente, come no.

Image result for violenza a firenzeSembra di essere tornate agli anni '70, quando durante i primi processi per violenza carnale tenuti nel nostro Paese, gli avvocati difensori degli stupratori promuovevano queste tesi, appunto: la donna era consenziente, era vestita in modo provocante, non doveva avventurarsi fuori dalle mura domestiche perché il suo posto era a casa,  e altre amenità dello stesso genere. Senza dimenticare che in Italia, fino al 1996, il reato di violenza sessuale era rubricato come reato contro la “morale” e non contro la persona.
Le violenze e le affermazioni che ancora oggi tocca vedere e sentire non sono altro che l'ennesima dimostrazione della necessità di un profondo cambio culturale e di mentalità, che coinvolge tutti, autoctoni o ospiti che siano: non è violando il corpo della malcapitata di turno che si dimostra di valere qualcosa, fatevene una ragione.
Che dire di più? La pietà è morta, la prevaricazione dilaga, ma l'indignazione è ben viva e lotta in mezzo a noi.

D2VA per INC News, 16/09/2017 - copyright©INCNews - fotocopyright©Corriere-Ansa-LaStampa

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